giovedì 21 dicembre 2006

Il progetto Trinity - di Greg Iles

Eccone un altro fulminato sulla via di Dan Brown. E l'abbiamo ben capito, che il filone consacrato (stavo per scrivere "sdoganato") dal Codice Da Vinci avrebbe fruttato "numerosi tentativi di imitazione", per parafrasare una ben nota rivista enigmistica... In questo caso, lo sfruttatissimo scheletro narrativo, comune ormai a decine di romanzi, (il solito lui che, insieme alla solita lei - entrambi rigorosamente di stato libero, sicché si intuisce sin dalle prime pagine che piega prenderà il loro rapporto - è costretto a fuggire letteralmente da un capo all'altro del mondo per sfuggire alla solita potentissima organizzazione segreta, piena di cattivissimi che più issimi non si può, che, ovviamente, li vuole morti) cerca ambiziosamente di rivelare significati filosofici, nella non celata velleità dell'autore (che ne fa dichiarazione di intenti nella post-fazione) di parlare di etica e filosofia alle masse, senza l'effetto collaterale di annoiarle. In realtà, il timore è che il Nostro riesca ad annoiare senza, peraltro, ottenere lo scopo che si propone.
Orsù, la storia, in due parole, è questa. C'è questo super computer a cui sta lavorando il miliardario produttore di hardware e software Godin (o voleva dire Gates?). Trattasi di un processore quantico, capace di lavorare a velocità milioni di volte maggiori di qualsiasi macchina da computo mai costruita. Il progetto, sostenuto dal governo statunitense (al quale farebbe di molto comodo, per imporsi ancor più di quanto già faccia sulle altre nazioni mondiali...), consentirebbe di realizzare la prima intelligenza artificiale della storia: un vero e proprio cervello cibernetico, capace di evolversi e prendere il controllo di ogni cosa sulla faccia della Terra (ma cos’è, il prequel di “Terminator”?). A costruirlo ci pensa una piccola schiera di premi Nobel, assoldati per l'occasione dalla potentissima e segreta organizzazione di cui sopra, di cui Godin è il capo. Il tutto fila liscio sino a quando uno di essi muore per cause apparentemente naturali, ed un suo collega, grazie alle strane visioni che accusa da quando lavora al progetto, subodora che non di morte naturale si tratti, ma di omicidio…

Le copertine del letto:
Consiglio a chi si avvicina a questo romanzo: non si aspetti grandi emozioni. E’ la tipica run-story a cui ci ha ormai abituato certa cinematografia d’oltreoceano, fatta di inseguimenti spettacolari, personaggi al limite della credibilità (se non palesemente assurdi e dai caratteri parossistici), ambienti scenici irreali. Al di là delle intenzioni, resta un prodotto commerciale che non è destinato a lasciare traccia nella storia della narrativa mondiale.
Edizioni Piemme, 2005, pagine 464, euro 18,90

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