giovedì 21 dicembre 2006

Maggio splendeva - di Marco Archetti

Stavolta non è stata la Bignardi a fregarmi, è stato Lansdale, secondo cui Archetti è "..uno scrittore raffinato e intelligente con un grande futuro davanti a sè", e consiglia: "non lasciatevelo scappare". Ora, secondo me Lansdale ha ragione: Archetti è davvero bravo. Solo che questa storia non regge. Ambientata nel 1936, narra di Leo Piccioni, un ragazzo di 17 anni, e della sua protettiva famiglia borghese: il padre scienziato, impegnato in studi di sezionamento di rane vive, la madre appassionata di ricamo e pettegolezzo, e la zia Ester, antimussoliniana, lettrice di Freud e grande cinefila.
Un giorno, accompagnando il padre in campagna a comprare rane vive per i suoi esperimenti, Leo conosce la coetanea Argentina, che tanto per gradire lo porta con sè nel bosco e lo bacia col rifrùllo per la prima volta nella vita dell'esterrefatto Leo. Insomma, lui se ne innamora, ma poco dopo, per caso e proprio grazie ad Argentina, Leo scopre di avere un grande potere dentro di sè: quello di far scomparire le cose. E la zia Ester ha l'idea: e se questa magia fosse messa al servizio di un progetto politico?

Personaggio preferito: Argentina!

Le copertine del letto:
Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette.

Le righe del cuscino: "Zia Ester era entrata nell'età matura contromano".

Edizioni Feltrinelli, anno 2006, pagine 271, euro 14,00

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