giovedì 21 dicembre 2006

Maggio splendeva - di Marco Archetti

Stavolta non è stata la Bignardi a fregarmi, è stato Lansdale, secondo cui Archetti è "..uno scrittore raffinato e intelligente con un grande futuro davanti a sè", e consiglia: "non lasciatevelo scappare". Ora, secondo me Lansdale ha ragione: Archetti è davvero bravo. Solo che questa storia non regge. Ambientata nel 1936, narra di Leo Piccioni, un ragazzo di 17 anni, e della sua protettiva famiglia borghese: il padre scienziato, impegnato in studi di sezionamento di rane vive, la madre appassionata di ricamo e pettegolezzo, e la zia Ester, antimussoliniana, lettrice di Freud e grande cinefila.
Un giorno, accompagnando il padre in campagna a comprare rane vive per i suoi esperimenti, Leo conosce la coetanea Argentina, che tanto per gradire lo porta con sè nel bosco e lo bacia col rifrùllo per la prima volta nella vita dell'esterrefatto Leo. Insomma, lui se ne innamora, ma poco dopo, per caso e proprio grazie ad Argentina, Leo scopre di avere un grande potere dentro di sè: quello di far scomparire le cose. E la zia Ester ha l'idea: e se questa magia fosse messa al servizio di un progetto politico?

Personaggio preferito: Argentina!

Le copertine del letto:
Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette.

Le righe del cuscino: "Zia Ester era entrata nell'età matura contromano".

Edizioni Feltrinelli, anno 2006, pagine 271, euro 14,00

Il progetto Trinity - di Greg Iles

Eccone un altro fulminato sulla via di Dan Brown. E l'abbiamo ben capito, che il filone consacrato (stavo per scrivere "sdoganato") dal Codice Da Vinci avrebbe fruttato "numerosi tentativi di imitazione", per parafrasare una ben nota rivista enigmistica... In questo caso, lo sfruttatissimo scheletro narrativo, comune ormai a decine di romanzi, (il solito lui che, insieme alla solita lei - entrambi rigorosamente di stato libero, sicché si intuisce sin dalle prime pagine che piega prenderà il loro rapporto - è costretto a fuggire letteralmente da un capo all'altro del mondo per sfuggire alla solita potentissima organizzazione segreta, piena di cattivissimi che più issimi non si può, che, ovviamente, li vuole morti) cerca ambiziosamente di rivelare significati filosofici, nella non celata velleità dell'autore (che ne fa dichiarazione di intenti nella post-fazione) di parlare di etica e filosofia alle masse, senza l'effetto collaterale di annoiarle. In realtà, il timore è che il Nostro riesca ad annoiare senza, peraltro, ottenere lo scopo che si propone.
Orsù, la storia, in due parole, è questa. C'è questo super computer a cui sta lavorando il miliardario produttore di hardware e software Godin (o voleva dire Gates?). Trattasi di un processore quantico, capace di lavorare a velocità milioni di volte maggiori di qualsiasi macchina da computo mai costruita. Il progetto, sostenuto dal governo statunitense (al quale farebbe di molto comodo, per imporsi ancor più di quanto già faccia sulle altre nazioni mondiali...), consentirebbe di realizzare la prima intelligenza artificiale della storia: un vero e proprio cervello cibernetico, capace di evolversi e prendere il controllo di ogni cosa sulla faccia della Terra (ma cos’è, il prequel di “Terminator”?). A costruirlo ci pensa una piccola schiera di premi Nobel, assoldati per l'occasione dalla potentissima e segreta organizzazione di cui sopra, di cui Godin è il capo. Il tutto fila liscio sino a quando uno di essi muore per cause apparentemente naturali, ed un suo collega, grazie alle strane visioni che accusa da quando lavora al progetto, subodora che non di morte naturale si tratti, ma di omicidio…

Le copertine del letto:
Consiglio a chi si avvicina a questo romanzo: non si aspetti grandi emozioni. E’ la tipica run-story a cui ci ha ormai abituato certa cinematografia d’oltreoceano, fatta di inseguimenti spettacolari, personaggi al limite della credibilità (se non palesemente assurdi e dai caratteri parossistici), ambienti scenici irreali. Al di là delle intenzioni, resta un prodotto commerciale che non è destinato a lasciare traccia nella storia della narrativa mondiale.
Edizioni Piemme, 2005, pagine 464, euro 18,90

venerdì 15 dicembre 2006

La notte eterna del coniglio - di Giacomo Gardumi

L'olocausto nucleare che ci attenderebbe (corna!...) nel non lontano 2010 (la colpevole, stavolta, è l'unica erede legittima dell'ex Unione Sovietica, ovvero la Cina) è la scusa per introdurre il lettore in una claustrofobica vertigine, in bilico tra "The day after" e "Dieci piccoli indiani".
Protagonista narrante è la statunitense Jane, il cui destino di sopravvissuta dovrà presto fare i conti con un orrore, se possibile, addirittura maggiore: un'apparizione capace diosacome di penetrare nei bunker antiatomici e fare scempio dei pochi superstiti che vi avevano trovato rifugio; un'entità tanto impalpabile quanto invincibile, dalle inverosimili fattezze di... un enorme coniglio rosa...

Le copertine del letto:
Personalmente, l'ho trovato un libro appassionante: 400 e rotte pagine senza la minima caduta del pathos, scritte con stile pulito e senza pretenziosi appesantimenti narrativi.
Se un rilievo si può muovere, al pur bravo Gardumi, è solo quello di aver ceduto alla prassi invalsa per la quale, nei romanzi d'orrore, la parola fine abbisogna del punto interrogativo.



Edizioni Marsilio, anno 2003, pagine 417, euro 17,50

giovedì 14 dicembre 2006

L'uomo duplicato - di Josè Saramago

Tertuliano (!?) Maximo Alfonso è un professore di storia, introverso, depresso, moscio come un cencino per pulire gli occhiali, indeciso se lasciare o sposare la sua fidanzata, Maria La Paz. Un giorno, per tirarsi su di morale (impossibile), su consiglio di un collega prende un film in cassetta, una commedia leggera senza pretese, tipo Olè dei fratelli Vanzina (!). Tra gli attori secondari che recitano nel film ce n'è uno perfettamente identico a Tertuliano. La scoperta di avere un sosia viene vissuta dal protagonista come una sciagura: inizia una ricerca via via sempre più sofferta dell'altro Tertuliano, ricerca che avrà conseguenze inaspettate.
Se la storia pensata da Saramago poteva essere interessante, lo stile molto particolare dello scrittore, che avevo amato in "Cecità", qui la appesantisce tantissimo. Il racconto si trascina lento, la lettura è davvero faticosa, si arriva alla fine perchè comunque la curiosità di sapere cosa succede a Tertuliano e al suo doppio c'è, e in effetti sul finale la storia sembra prendere un ritmo migliore, più incalzante.

Personaggio preferito: la mamma di Tertuliano Maximo Alfonso. L'aveva detto, lei...

Le copertine del letto:

Che fatica. Due copertine grazie alla ripresa finale.


Edizioni Einaudi, anno 2003, pagine 286, euro 16,50

lunedì 11 dicembre 2006

Le ali della sfinge - di Andrea Camilleri

In una vecchia discarica viene trovato il cadavere di una ragazza sfigurato da un colpo d'arma da fuoco.
Segni particolari: un piccolo tatuaggio sulla spalla sinistra, una farfalla. E la farfalla condurrà il libro portando Montalbano in una indagine svogliata tra immigrazione dall'Est europeo, associazioni clericali benefiche dal comportamento torbido, colpevoli ingenui e furbissimi innocenti.
Incalzato dal sempre più antipatico questore e dalla necessità di chiarirsi con Livia e con se stesso, Montalbano affretterà le soluzioni ed il finale "inzertandoci" con facilità innaturale.

Personaggio preferito: Il pescatore, sa come è il tempo e come sarà, ed è una gran dote

Le copertine del letto:

Montalbano è tornato, ed è come rincontrare un vecchio amico, invecchiato, un pò pessimista e sempre simpatico...
...i primi 10 minuti...
Poi ti ricordi perchè è un "vecchio" amico.
I suoi pregi cominciano ad essere malinconici ed i suoi difetti esasperati, sai cosa dirà, cosa farà e ti racconta sempre la stessa storia e questa storia comincia a sembrare sempre meno vera e sempre più farraginosa. A sprazzi tornano i vecchi tempi e riconosci l'amico di allora, ma troppe volte cambia il tono del racconto, quasi come il tempo atmosferico del libro, e visto che Montalbano è metereopatico lo saremo anche noi. Oggi piove e c'è vento.

Edizioni Sellerio, anno 2006, pagine 265, euro 9,60

giovedì 7 dicembre 2006

La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo - di Audrey Niffenegger

Non è un libro di fantascienza. E' vero che Henry De Tamble viaggia nel tempo, che per qualche strana alterazione genetica all'improvviso viene scagliato in avanti o indietro di anni o mesi o giorni. Ma non interessano nè all'autrice esordiente nè ai lettori i motivi del perchè cio accada. Mancano gli elementi tipici delle storie dei viaggi nel tempo: le macchine misteriose, i paradossi per cui i diversi io non si possono incontrare. Resta, di tutto questo, le legge che il futuro non si può cambiare ma di tutto il resto non ci frega davvero nulla. Perchè "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" è soprattutto - anzi soltanto - una straordinaria storia d'amore tra due persone e l'essere "cronologicamente disturbata" di uno dei due è il colpo di genio che rende questa storia d'amore indimenticabile per tutti quelli che la leggono. Clare e Henry si incontrano centocinquantadue volte prima del loro incontro, tutte le volte che lui la va a trovare nella sua infanzia e nella sua adolescenza per convincerla che sono destinati ad amarsi per sempre. Poi si incontrano "per la prima volta" nel 1991, nella biblioteca in cui lui lavora, e da lì in poi cammineranno assieme per molti anni che saranno meravigliosi o pieni di dolore, superando in qualche modo le improvvise partenze di Henry. Senza mai perdere di vista l'unico punto fermo del loro spazio e del loro tempo: l'amore indissolubile che li lega. La Niffenegger costruisce un romanzo a prima vista complicatissimo, gestendo con grande attenzione il gioco degli incontri tra Clare e Henry (ogni capitolo è preceduto da data, età dell'uno e dell'altro). A volte esagera, specie quando Henry incontra altri sè stesso a spasso per il tempo. Altre volte il racconto viene appesantito da questa struttura caratterizzata - nelle pagine che precedono il loro "allineamento" - dai molti appuntamenti sul prato, tutti alla fine necessari ma che al momento spezzettano la narrazione. Poi le tessere vanno a incastrarsi e la seconda metà del libro è ad altissimo livello, davvero da grandissimo romanzo fino a un finale convincente ed emozionante come raramente capita di leggere. Un libro da non perdere a patto di non mollare quando la storia rischia di apparire noiosa: tener duro e continuare perchè alla fine ne vale davvero la pena. Come ha detto qualcuno questo è un libro che lascia tantissimo vuoto quando finisce. E Clare e Henry rimangono indelebili.

Le copertine del letto:
Un'idea geniale, una bravissima scrittrice al suo debutto.

Le righe del cuscino:
CLARE "Tanto tempo fa, quando gli uomini andavano per mare, le donne li aspettavano sulla spiaggia, scrutavano l'orizzonte in cerca della piccola imbarcazione. Adesso io aspetto Henry. Lui scompare senza preavviso e involontariamente. Io lo aspetto. Ogni minuto di attesa dura un anno, un'eternità. Ogni minuto scorre lento, trasparente come vetro. Attraverso ogni minuto vedo un'infinità di minuti in fila, in attesa. Perchè se ne va dove io non posso seguirlo?"
HENRY "E Clare, sempre Clare. Clare la mattina, assonnata. Clare con le braccia affondate nella tinozza per la fabbricazione della carta, che estrae la massa informe e la manipola per mescolarne le fibre. Clare che legge con i capelli sparsi sullo schienale della sedia, mentre massaggia le mani screpolate con un balsamo prima di andare a letto. La voce bassa di Clare nel mio orecchio, spesso. Odio trovarmi dove lei non è, quando lei non c'è. E invece me ne vado sempre, e Clare non mi può seguire."


Edizioni Mondadori, anno 2005, pagine 503, euro 19,00

Follie di Brooklyn - di Paul Auster

Nathan Glass, assicuratore in pensione scampato ad una grave malattia ed in cattivissimi rapporti con la ex moglie, decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita a Brooklyn, nel quartiere dove è nato.
Qui ritrova il nipote Tom, ex brillantissimo studente di letteratura, poi autista di taxi ed ora commesso di una libreria.
La routine dei due ingrigiti, ed inutilmente innamorati, personaggi principali sarà sconvolta dal colore eccentrico dei personaggi "secondari", il vulcanico truffatore dal cuore d'oro, titolare della libreria e vero motore del libro, la nipotina Lucy, che un bel giorno bussa alla porta dei nostri senza dire una parola, una nipote scalmanata (aspirante rockstar, poi pornostar, poi drogata, poi cristiana rinata, poi segregata dal marito fondamentalista) e gli abitanti tutti di una Brooklyn multietnica idealizzata quanto affascinante, la stessa di Smoke e di altri romanzi di Auster.
Tutto il libro ruota grazie alla loro spinta incessante che porterà i protagonisti, volenti o nolenti, alla ricerca dell'Hotel Esistenza, passando dal Vermont, in mezzo a manoscritti falsi ed a veri truffatori, in un turbinìo caotico ed incalzante che si chiuderà, avvolti i protagonisti in amori concreti, l'11 Settembre 2001, qualche minuto prima dell'attentato.


Personaggio preferito: Il collega di Tom, Drag Queen Giamaicana improbabile quanto stereotipata che meriterebbe un libro a sè ed invece è descritto con due pennellate che lasciano tutta la curiosità che merita.

Le copertine del letto:
Auster allo stato puro, un pò troppo puro, avvitato su se stesso, sulle sue storie, su quella dannata sensazione, a fine libro, che niente ti sia rimasto impresso. Resta solo il ricordo, già sfumato, di un bel racconto, di qualcosa che scorre rapido ed efficace, di bei personaggi (forse alcuni tagliati troppo nettamente), di un incrocio di storie e coincidenze che portano ovunque senza però mai riuscire a stupire veramente.
Da leggere, solo per chi ama già auster, da non leggere per chi non ama Auster, per chi non lo conosce, meglio cominciare da altro per farsi un'idea.

Le righe del cuscino: "Nessuno cresce con l'idea che il suo destino sia fare il tassista".

Edizioni Einaudi, anno 2005, pagine 265, euro 17,50

mercoledì 6 dicembre 2006

Come Dio comanda - di Niccolò Ammaniti

La storia è triste, una di quelle che nessuno vorrebbe vivere.
Il 14enne Cristiano Zena vive con il padre Rino. Cristiano e Rino sono diversi, sia per scelta che per necessità, ed hanno un rapporto di odio-amore che li unisce indissolubilmente. Cristiano è un adolescente introverso e problematico, vive senza la madre in una casa fatiscente, in un ambiente costellato da personaggi al limite della follia. Rino è un uomo emarginato, aggressivo, nazista, ha valori e principi personali discutibili, convinzioni radicate che difende in maniera irrazionale, ma è anche capace di un affetto profondo e sincero verso quelli che ritiene degni.
Accanto a loro, due balordi amici di Rino: Quattro Formaggi, l'idiota del paese, apparentemente rassegnato a subire le prepotenze dei compaesani e impegnato nella realizzazione di un monumentale presepe composto da giocattoli trovati nella spazzatura, e Danilo Aprea, alcolizzato, abbandonato dalla moglie dopo la morte accidentale della loro figlia.
I tre amici decidono di mettere a segno una singolare rapina, staccando dal muro lo sportello di un bancomat con l'impiego di un trattore. Ma la notte del colpo si scatena un nubifragio, e le storie dei protagonisti e degli altri personaggi si intrecciano in maniera tragica e imprevedibile.
Sullo sfondo, il piccolo paese in cui si svolge la storia, un paese devastato dalla volgarità e dall' appiattimento consumistico, dove gli abitanti hanno capelli tinti e mettono le strisce sbiancanti per i denti, prendono i telefonini da "Cellulandia" e passano le domeniche al centro commerciale "Quattro camini".

Personaggio preferito: E' difficile scegliere, come quasi sempre mi succede con i libri di Ammaniti, in cui sono raccolte tante storie e nessuno viene trascurato, tutti sono trattati con la stessa cura. Scelgo Rino Zena e le sue fantastiche formiche, che, come Graziano Biglia e la fidanzata del fratello di Pietro in "Ti prendo e ti porto via", rimarranno come me un bel pò. Premio della critica a Beppe Trecca.

Le copertine del letto:
Si legge tutto d'un fiato, è impossibile smettere una volta che sono cadute le prime gocce di pioggia. E' un libro cupo, che forse mi è piaciuto meno di "Ti prendo e ti porto via", ma allo stesso tempo ha qualcosa di più. Forse il fatto che ricominci a respirare solo quando lo finisci.

Le righe del cuscino: Mio padre era un uomo cattivo. Ha [.....]. Merita di finire all’inferno. E io con lui per averlo aiutato. Io non so perché l’ho aiutato. Giuro che non lo so. Mio padre era un ubriacone, un violento, un buono a nulla. Menava tutti. Mio padre mi ha insegnato a usare la pistola, mio padre mi ha aiutato a riempire di botte uno a cui avevo tagliato la sella della moto. Mio padre mi è sempre stato vicino dal giorno che sono nato. Mia madre è scappata e lui mi ha tirato su. Mio padre mi portava a pescare. Mio padre era un nazista ma era buono. Credeva in Dio e non bestemmiava. Mi voleva bene e voleva bene a Quattro Formaggi e a Danilo. Mio padre sapeva quello che era giusto e quello che era sbagliato.
Mio padre non ha [.....].
Io lo so.


Edizioni Mondadori, anno 2006, pagine 495, euro 19,00

giovedì 30 novembre 2006

La prima volta - di Franco Bernini

8 maggio 1898: a Torino, in un'unica giornata, si disputa il primo campionato di football della storia. Quattro le squadre partecipanti: il Genoa Cricket and Athletic Club, il Football Club Torino, l'International e la Società di Ginnastica.
Nello stesso giorno l'Italia, a Milano, è interessata dai moti popolari contro l'aumento del prezzo del pane: l'esercito comandato da Bava Beccaris spara sulla folla uccidendo e ferendo centinaia di persone. L'eco di questo disagio arriva anche sul campo da gioco, instaurando strane alleanze tra i giocatori, che non sono calciatori professionisti ma operai, impiegati, aristocratici, deputati del regno.
E' un libro che parla di inizi: inizia una storia d'amore, inizia uno sport, il calcio, in cui quasi nessuno sembra credere, iniziano a circolare le prime automobili, e anche in questo caso molti non ne vedono il futuro ("vuoi mettere quanto è più comoda una bella carrozza?").
Intorno alle partite che si succedono in campo ruotano tanti personaggi, molto stereotipati (il deputato cinico, il poeta sognatore e idealista, il giornalista a caccia di scoop, la donna ingenua e tradita) e tante storie, tutte con la conclusione già scritta.

Personaggio preferito: il referee, l'arbitro

Le copertine del letto:

Piacendomi tantissimo il calcio, non posso non apprezzare le parti in cui nel libro si racconta della scoperta della finta e dell'importanza del ruolo del centrocampista (anche se ancora non lo chiamano così), ma, al di là di questo, la storia rimane troppo scontata e troppo lenta per appassionarmi davvero.

Edizioni Einaudi, anno 2005, pagine 203, euro 12,00

mercoledì 22 novembre 2006

Chi è morto alzi la mano - di Fred Vargas

E' un libro che mi ha prestato Silvia. Ora mi tocca comprarlo, ben mi sta, così imparo. E' che proprio non sopporto di non tenere un libro, a meno che non mi abbia fatto davvero schifo. E non è questo il caso, lo dico subito così mi tolgo il pensiero. "Chi è morto alzi la mano" è un giallo, ma ha tutti gli ingredienti per piacere anche a chi non ama troppo il genere, perchè alla storia avvincente si mescola un ottimo approfondimento dei personaggi. Protagonisti sono tre storici strampalati e poveri in canna, che per esigenze economiche vivono insieme. Ognuno di loro si dedica ad una epoca diversa (preistoria, medioevo e grande guerra), e questo condiziona il loro modo di pensare, di comunicare e in parte anche di vestire (il cacciatore-raccoglitore gira in sandali e niente altro addosso, in casa). I dialoghi sono surreali e a tratti molto divertenti. Quando nella casa accanto alla loro accade un fatto curioso (un piccolo faggio viene trovato piantato in giardino, e i proprietari, una coppia benestante, non hanno idea di chi possa averlo fatto, e perchè), i tre, coinvolti dalla vicina, cominciano ad investigare. Da questo fatto apparentemente irrilevante prenderà via via corpo una storia ben più macabra e complessa.
Personaggio preferito: i tre "evangelisti", e tra loro, al fotofinish, Lucien (grande guerra) su Mathias (preistoria).
Le copertine del letto:
Questi tre storici abbastanza sfigatelli che risolvono il caso, lavorando ai margini dell'inchiesta e della società, hanno un che di pennacchiano che mi ha conquistata.



Edizioni Einaudi, anno 2002, pagine 258, euro 13,50

lunedì 20 novembre 2006

Quella sera dorata - di Peter Cameron

La doverosa premessa è che l'ho comprato perchè ho sentito la Bignardi parlarne durante "l'ora d'aria" su Radio DeeJay. Ora, è vero che grazie a lei ho letto uno dei miei libri preferiti ("la moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo"), ma è altrettanto vero che sempre grazie a lei mi sono puppata dei necci impressionanti.
Comunque.
Omar Razaghi, iraniano emigrato negli USA ancora bambino, ha vinto una borsa di studio in letteratura straniera che gli consentirà di ottenere il dottorato. Condizione necessaria per raggiungere questo obiettivo è scrivere la biografia autorizzata di Jules Gund, uno scrittore uruguagio o uruguayano (mai capito) autore di un unico romanzo di culto, "La gondola". Gli eredi però - il fratello Adam, la moglie Caroline e l'amante Arden - rifiutano di dare il consenso, e il mite Omar, spinto dalla antipaticissima fidanzata Deirdre, è costretto a partire alla volta della sperduta località di Ochos Rìos per convincere i tre a cambiare idea. Giunto a destinazione Omar si troverà di fronte ad una famiglia tutt'altro che canonica, dove moglie ed amante del defunto scrittore convivono - più o meno pacificamente - sotto lo stesso tetto, accanto al mulino dove abita Adam con il suo giovane amante Pete. Ovviamente il pretesto della biografia costringerà un pò tutti a fare un bilancio delle proprie vite, con conseguenze, in alcuni casi, dirompenti.


Personaggio preferito: bah. il frogissimo Adam.


Le copertine del letto:
Mi aspettavo di più, alla fine è un romanzo ben scritto che però non mi ha fatto appassionare nè alla storia nè a un personaggio in particolare.

Edizioni Adelphi, anno 2006, pagine 318, euro 19,00

venerdì 17 novembre 2006

La vedova scalza - di Salvatore Niffoi

Bello. Un libro difficile, con tante parole e intere frasi in dialetto sardo. Impossibile da capire, è inutile scervellarsi: si perde la poesia di un romanzo triste, drammatico e passionale, ambientato in una Barbagia che più Barbagia non si può. E' la storia di Mintonia Savuccu, che lei stessa racconta attraverso un diario, spedito dall’Argentina dove è emigrata, alla nipote Itriedda, poco prima di morire: cronaca di una realtà terribile, di un destino condannato a rientrare nell’inesistenza con gli anni e il silenzio («non strappare queste pagine, Itriè, perché altrimenti nulla resterà della mia vita»). E' la storia di Mintoia e del suo amore sfortunato (il titolo la dice lunga) per Micheddu, conosciuto da bambina e sposato da ragazza. Micheddu alla fine non è proprio quel che si dice il marito perfetto, ma Mintoia lui ama, e amerà.

Personaggio preferito: Il postino! "c'è niente per me dal continente?", una, due, tre volte, poi alla fine ZACCHETE!, qualcosa c'era...

La signora Ruffina, non per come è ma per come è descritta: "guance cinabro e due occhi matteschi che spogliavano gli uomini".

Le copertine del letto: sì. bello davvero.

Le righe del cuscino:
Me lo portarono a casa un mattino di giugno, spopolato e smembrato a colpi di scure come un maiale. Neanche una goccia di sangue gli era rimasta. Due lados che ad appezzarli non sarebbe bastato un gomitolo di spago nero, di quello catramoso che i calzolai usano per le tomaie dei cosinzos di vacchetta. Il cane girava intorno al nespolo e ringhiava impazzito dalla paura. Lo stesi sul tavolo di granito del cortile, quello che usavamo per le feste grandi, e lo lavai col getto della pompa. Le pispiriste incollate, grumi scuri nel concale, terra e paglia nelle costole, nella vrissura, mosche verdi dappertutto. Pthù! Maledetti siano quelli che gli hanno squarciato il petto per strappargli il cuore con le mani e prenderlo a calci come una palla di stracci!

Edizioni Adelphi, anno 2006, pagine 182, euro 15,00

mercoledì 15 novembre 2006

Romanzo criminale - di Giancarlo De Cataldo

La storia, romanzata, è quella della banda della Magliana, che ha imperversato nelle strade di Roma nel periodo compreso tra la fine degli anni '70 e tutti gli '80.
La tecnica narrativa è molto diretta, le descrizioni crude e asciutte, i personaggi ben tratteggiati.
Dal libro è stato tratto un film, con la regia di Michele Placido; non l'ho visto, ma so quali attori hanno interpretato i vari personaggi, e siccome secondo me si tratta di un casting azzeccato, li elenco, per i posteri: chi legge il libro può immaginarseli così.
il Libanese è Pierfrancesco Favino
il Freddo è Kim Rossi Stuart
il Dandi è Claudio Santamaria
il Nero è Riccardo Scamarcio
il Bufalo è Francesco Venditti
il Secco è Diego Abatantuono
Scialoja (lo sbirro) è Stefano Accorsi

Personaggio preferito: il Ranocchia, lo zio Carlo (è possibile affezionarsi a dei delinquenti? dello zio Carlo mi fa impazzire il fatto che se parlando di una persona sorride, tempo poco quella fa la fine del topo). Ovviamente io vorrei essere Vallesi Cinzia, detta Patrizia, la buddellona. Ma sono Roberta.

Le copertine del letto:
Mi è piaciuto lo stile e lo spessore scenico dei personaggi. Eccezionali i soprannomi romani. Avevo solo una vaga idea di cosa sia stata la banda della magliana. Ora lo so, e anche questo mi fa votare per il sì.

Edizioni Einaudi, anno 2002, pagine 625, euro 16,00